Descrizione della casa editrice
A partire dalla fine del Medioevo, quando cominciò a radicarsi la certezza che nelle catacombe fossero conservate esclusivamente le spoglie dei martiri cristiani caduti durante le persecuzioni, l'idea che il suolo di Roma fosse rubricato sanguine sanctorum prese a diffondersi tra gli abitanti della città e tra i numerosi pellegrini che vi giungevano da ogni parte. Il recupero archeologico degli antichi cimiteri ipogei, volendo credere alle testimonianze del tempo, fu accompagnato lungo tutto l'arco del Seicento e del Settecento da continui ritrovamenti di ampolle vitree, presumibilmente contenenti il sangue dei martiri. Cattolici illuminati e accesi protestanti espressero allora seri dubbi circa la validità del "vaso di sangue" come prova del martirio. Empiriche analisi chimiche condotte anche da scienziati protestanti, provando la reale essenza ematica dei liquidi conservati nelle fiale, favorirono il nascere ed il proliferare di culti dedicati a mai esistiti antichi testimoni della fede
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Sanguine tumulus madet. Devozione al sangue dei martiri delle catacombe nella prima età moderna
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